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CBD Legale in Italia: Normativa, Quadro Giuridico e Sviluppi del Settore

Negli ultimi anni, il CBD ha suscitato un notevole interesse nel mercato internazionale e questo vale anche per l'Italia. Tuttavia, nel Bel Paese, la sua legalità e regolamentazione sono stati oggetto di dibattito e ciò ha generato non poca confusione tra commercianti e clienti.

In questo articolo, forniremo una guida completa e approfondita sulla normativa riguardante il CBD in Italia e come valutare i negozi online che vendono prodotti a base di CBD. Inoltre, analizzeremo gli sviluppi futuri e il contesto normativo in cui il CBD è incluso.

Prima però rispondiamo subito alla domanda che tutti si fanno.

 

Il CBD è legale in Italia?

La risposta è sì, il CBD è legale in Italia, a condizione che la sua concentrazione di THC sia entro i limiti imposti dalla legge. La legge di riferimento è la 242/2016, ha legalizzato la coltivazione, la trasformazione e la vendita della cannabis light. La canapa light, o cannabis legale, fa riferimento ai prodotti di canapa con una concentrazione di THC inferiore allo 0,6% per la coltivazione e allo 0,5% per la commercializzazione. Il CBD, essendo un cannabinoide non psicoattivo, non provoca effetti psicotropi e non è soggetto a restrizioni se il THC è entro i limiti consentiti dalla legge.

 

CBD legale Italia: come si è evoluto il quadro normativo

La normativa sul CBD in Italia è stata oggetto di scontri e ritardi nel corso degli anni. La legge 242/2016 è stata una pietra miliare nel settore, permettendo lo sviluppo di numerose attività commerciali legate alla canapa legale.

Tuttavia, le istituzioni hanno avuto posizioni altalenanti, con provvedimenti controversi come la circolare del Ministero della Salute del 2020, che equipara il CBD ad altre sostanze stupefacenti, definendolo come psicotropo, anche se da un punto di vista scientifico non è corretto.

 

La Coltura della Canapa Industriale: il caso della Sardegna

Una svolta significativa nel settore del CBD in Italia è stata la legge del 2022 emanata dalla Regione Sardegna. Questa legge mirava a promuovere e sostenere la coltivazione della canapa industriale per diversi scopi, tra cui l'utilizzo cosmetico, farmacologico, e alimentare. Tuttavia, questa legge è stata oggetto di controversie e un ricorso per illegittimità ne ha determinato l'annullamento.

 

CBD, Governo e TAR: gli ultimi sviluppi del 2023

Il 22 settembre 2023, il governo Meloni ha firmato un decreto che equiparava i prodotti a uso orale a base di cannabidiolo (CBD) a sostanze stupefacenti. Il provvedimento, in vigore dal 22 settembre, inseriva “le composizioni per uso orale”, ovvero da ingerire, “a base di cannabidiolo estratti dalla Cannabis sativa L.” nella tabella I-bis allegata al testo unico sugli stupefacenti. Di conseguenza, la vendita di questi prodotti senza prescrizione medica è diventata illecita.

La decisione del governo Meloni ha suscitato forti proteste da parte dell'industria della cannabis light, dei consumatori e di alcune associazioni mediche. I sostenitori della cannabis light hanno sostenuto che il CBD è una sostanza non psicoattiva e priva di effetti collaterali, con potenziali benefici terapeutici per una serie di condizioni mediche.

Il 24 ottobre 2023, il Tar del Lazio ha sospeso l'efficacia del decreto del governo Meloni. Il tribunale amministrativo ha stabilito che il provvedimento è illegittimo perché viola il principio di tassatività delle sostanze stupefacenti. In particolare, il Tar ha rilevato che la tabella I-bis del testo unico sugli stupefacenti include solo le sostanze che hanno effetti psicotropi, mentre il CBD non è una sostanza psicoattiva.

La sospensione del decreto del governo Meloni ha permesso la ripresa della vendita dei prodotti a uso orale a base di CBD in Italia. Tuttavia, la vicenda ha sollevato una serie di questioni sull'uso e la regolamentazione della cannabis light nel nostro Paese.

In particolare, è ancora da chiarire se il CBD possa essere considerato una sostanza medicinale o un integratore alimentare. Inoltre, è necessario definire i limiti di concentrazione del CBD nei prodotti da commercializzare.

Il governo Meloni ha annunciato che presenterà un nuovo decreto per regolamentare la cannabis light. Il nuovo provvedimento dovrebbe essere presentato entro la fine del 2023.

 

Sfide e Sviluppi Futuri: andiamo verso un Monopolio Cannabis?

Il mercato del CBD in Italia è ancora in evoluzione, e molte sfide normative devono essere affrontate. Basti pensare che nel 2023 è stata proposta una legge fiscale che avrebbe introdotto una tassazione simile a quella delle sigarette sui prodotti a base di CBD. Questa proposta ha suscitato reazioni contrastanti, con opinioni divergenti riguardo alla regolamentazione della cannabis light.

Molte istituzioni sono ancora divise riguardo alla regolamentazione del settore, ma si prevede che nel futuro ci saranno ulteriori sviluppi normativi per affrontare le attuali lacune.

 

Prodotti a Base di CBD in Italia

Con la normativa attuale, i prodotti a base di CBD in Italia devono rispettare i limiti di THC imposti dalla legge. Questo significa che tutti i prodotti presenti sul mercato devono essere conformi a questi standard.

Al momento, la destinazione d'uso più comune per i prodotti a base di CBD in Italia è quella cosmetica, mentre l'utilizzo alimentare è ancora illegale. Pertanto, quando si acquistano prodotti a base di CBD, è essenziale verificare la conformità del produttore alla normativa vigente..

 

Dove comprare CBD legale Italia: Canapa Montana

Quando si sceglie da quale azienda acquistare prodotti a base di CBD, è essenziale considerare l'affidabilità e l'esperienza del fornitore. Canapa Montana è un negozio di marijuana legale online che si distingue come coltivatore diretto e grossista dei principali negozi di CBD.

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